Etica di internet: confronto Francia-Italia

Lo scorso 17 giugno sono stato invitato come relatore ad una manifestazione molto interessante che è stata un’ottima occasione per confrontarsi con diversi studiosi italiani e francesi che si occupano dei rapporti fra internet, società e diritti.

La manifestazione si chiama l’Etica di Internet ed è stata organizzata dall‘Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia, avvalendosi della collaborazione di prestigiose istituzioni: l’Università di Roma "La Sapienza", l’Università IUAV di Venezia, lo Studio Nazionale di Arte Contemporanea Le Fresnoy, il progetto RTP-Doc del CNRS.
L’incontro è stato il primo di una serie di tre giornate che proseguiranno il 28 e il 29 ottobre 2005 a Venezia presso la Facoltà di Design e Arti, dell’Università IUAV. Le giornate saranno dedicate rispettivamente a l’Estetica del Web e l’Etica del Web.

L’incontro di Roma è stato dedicato a l’Euristica e la Semantica del Web, titolo rispetto al quale sono intervenuti studiosi provenienti da diverse discipline e che si sono confrontati sul tema della fiducia e della reputazione in internet, e delle opportunità permesse dal web semantico. Argomenti di estremo interesse tenuto conto che il convegno si è svolto nelle sale del Garante della Privacy
Il convegno è stato interessantissimo e perfettamente organizzato, grazie allo splendido lavoro svolto dal responsabile Yannick Maignien ottimamente aiutato da Aur�lie Chene e William D’Ingrando

La foto sopra rappresenta i relatori della mattina.
Da destra verso sinistra: Gloria Origgi, G�rard Haas, Gemma Marotta, Alberto Abruzzese (moderatore), Franco Carlini, Michel Riguidel.

Dopo il saluto ufficiale di Delphine Borione, Consigliere Culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia, lavori sono stati aperti da Alberto Abruzzese che ha iniziato problematizzando internet come spazio sociale e come nuovo spazio di vita postumano, nel senso che azzera le tradizionali concezioni di cittadinanza e diritti.

I lavori sono stati aperti da Gloria Origgi (ENST) filosofa e blogger, che grazie alle sue competenze orientate all’analisi delle tecnologie, si è soffermata sul concetto di cosa voglia dire la fiducia quando viene ad essere declinata rispetto a internet. Tramite una analisi molto azzeccata tra il filosofico e il sociologico, con legittimi riferimenti a casi come quello di Ebay, l’intervento della Origgi è stato tutto orientato alla descrizione degli effetti relazionali che internet porta con s�, non sempre positivi, sottolineando comunque il fatto che internet ha mantenuto il sistema di fiducia tipico della comunicazione scientifica.

Dopodichè è stata la volta di Gemma Marotta (Università La Sapienza, Roma) che aiutata da Gianluigi Me (Università Tor Vergata, Roma e master in Teoria e Metodi dell’Investigazione Criminale dell’Università La Sapienza), ha illustrato i pericoli alla sicurezza derivanti da internet: dall’oltraggio alla privacy (lo spamming) al furto di indentità (il phishing). Dopo un quadro particolarmente interessante, ha sottolineato come gli attacchi contro la sicurezza di internet derivino da una serie di fattori attribuibili a quello che gli hacker chiamano ingegneria sociale: falle tecniche e limiti sociali. In questo senso molto interessante è stato il caso dei Google dorks, ovvero una serie di specifiche ricerche condotte via Google per cercare password e altre informazioni delicate, lasciate inavvertitamente in giro per le intranet dai SysAd.

Le analisi sono proseguite con l’intervento di Franco Carlini (giornalista e cordinatore della societa Totem.to) sul tema delle teorie del dono e dell’altruismo. L’idea alla base del suo intervento è stata quella di mostrare che sistemi economici basati sullo scambio e che sembravano legati a culture lontane nel tempo e nello spazio, stanno invece tornando potentemente in auge grazie alle potenzialità permesse dalla rete. Tramite un percorso classico – seguito anche da me in un articolo di tecnoclastia – che dagli studi di Marcell Mauss si arriva fino all’antropologia francese degli anni ’70, ha sottolineato come l’economia del dono prenda nuovo vigore grazie al diffondersi della società della conoscenza. I progetti di comunità di conoscenza come Linux (Linus Torvalds), Apache (Brian Behlendorf), MySQL (Monty Widenius)e PHP (Rasmus Lerdorf) stanno a testimoniare come sia tornato in auge questo discorso dell’economia del dono nella società della conoscenza.

Più difficile descrivere l’intervento di Michel Riguidel (ENST), perchè nella sua comunicazione su internet e sicurezza, ha mescolato tutta una serie di argomentazioni estremamente ardite su internet e tecnologia, cercando di sostenere che con il progredire della tecnologia di rete si passerà dalla logica del digitale alla logica analogica complice lo sviluppasi delle nanotecnologie e la crescita delle 3 placche industriali costituite da informatica, telecomunicazioni e audiovisivo. Sinceramente non ho capito.

Molto interessante l’intervento di G�rard Haas (HAAS studio legale), che nella sua analisi di internet dal punto di vista della tecnologia e della governance mondiale, ha sottolineato come stiano prendendo piede una nuova classe di diritti come il diritto al log e il diritto al link che di solito si scontrano contro i grandi interessi economici. Tra l’altro ha sostenuto che internet non ha saputo ancora produrre un’etica per – ad esempio – difendere l’individuo dall’invadenza dei motori di ricerca, ma che invece ha saputo creare organizzazioni di cui si è dichiarato oppositore come la BSA, a testimonianza del fatto che l’individuo in rete e sempre più alla mercè dei grandi gruppi economici e politici.

Nel pomeriggio l’incontro è ripreso sui temi dell’informazione e del web semantico.
Il dibattito è stato piuttosto animato per via delle idee discordanti relative al ruolo e all’utilità del web semantico e del suo strano linguaggio para-filosofico (il concetto di ontologia, per esempio).

Nella foto qui accanto i  relatori pomeridiani.
Da destra verso sinistra: Davide Bennato (io), Nicola Guarino,
Jean Max Noyer, Oreste Signore, François Bourdoncle, Jean-Michel Salaun (moderatore).

Gli interventi sono stati aperti da Oreste Signore che nella sua qualità di responsabile dell’Ufficio Italiano del W3C ha illustrato con dovizia di particolari funzionamento e opportunità del web semantico, incalzato da Jean Max Noyer (Università Paris VII) che ha espresso perplessità sul progetto sottolineando come esistono diversi approcci alla questione: un approccio formale, uno legato alle pratiche comunicative, uno sociosemantico. La sua proposta è che le ontologie alla base del web semantico siano basate su onto-etologie, ovvero delle formalizzazioni in grado di rappresentare la conoscenza sotto forma di spazi, per evitare di irrigidire troppo le nostre concezioni di sapere e conoscenza.

Anche Nicola Guarino (Loa-Cnr) ha espresso le proprie perplessità relative alla complessità del web semantico evidenziando come l’interoperabilità semantica non presupponga la trasparenza cognitiva, come per dire che la prima è una condizione n� necessaria n� sufficiente della seconda. Molto diverso – ma dalla filosofia simile – l’intervento di François Bourdoncle (Exalead) che nella sua qualità di presidente della società francese proprietaria del motore di ricerca Exalead, ha elaborato un quadro piuttosto interessante sull’attuale panorama dei motori di ricerca, dicendo che bisogna lottare contro la logica dei motori broadcast/generalisti e concentrarsi sui motori specializzati e che comunque investono le proprie risorse informative del filtrare e selezionare le fonti.

Alla fine è toccato al sottoscritto (Università di Roma – La Sapienza). Ho presentato un intervento relativo ai modi con cui i bloggers coprono le notizie sui propri blog e come spesso riescano a dare delle notizie in maniera più approfondita delle fonti professionali mainstream (quotidiani, telegiornali e così via). 
Come può accadere una cosa del genere?
Nei media studies fin dagli anni ’70 esiste una corrente di ricerca che si chiama newsmaking, che si occupa di studiare attraverso quali procedure produttive e sociali i giornalisti costruiscono una notizia, cioè di come trasformano un evento che accade in un fatto notiziabile.
Questi studi hanno messo a punto una serie di variabili chiamate valori/notizia, che descrivono i criteri con i quali i giornalisti lavorano. Questi elementi sono legati a diverse componenti della professione giornalistica tradizionale (concorrenza, pubblico, attori coinvolti nell’evento ecc.). Facciamo un esempio: perchè nei paesi molto lontani dall’Italia ogni volta che succede un incidente le vittime coinvolte sono sempre un numero esorbitante? Perchè fra giornalisti esiste una "regola" non scritta detta legge di McLurg (legge nel senso di Murphy), in base alla quale per coprire un evento con vittime il numero dei morti deve essere proporzionale alla distanza del luogo dell’evento. Quindi una testata giornalistica di Roma darà risalto a un fatto di cronaca in cui le vittime sono poche e l’evento è accaduto in Italia, mentre per coprire una notizia proveniente dalla Nigeria, i morti devono essere almeno diverse centinaia. La legge di McLurg è un esempio di valore/notizia legata al contenuto.
Nel mio intervento ho semplicemente trasposto i valori/notizia del newsmaking alle forme comunicative tipiche della rete, facendolo diventare blogmaking (anche se sarebbe più corretto dire postmaking).
Per dimostrare come i valori/notizia relativi al blog che ho identificato sembrino funzionare, ho spiegato due casi per me interessanti di scoop fatto da blogger. Nella fattispecie il caso del Rapporto Callipari di Macchianera, e il caso del lancio della Google Personalized Homepage di Pandemia.
Ad ogni modo potrete trovare i dettagli del mio intervento nella mia presentazione i PPT che trovate qui.

Una sintesi della giornata.
Argomenti molto diversi tra loro ma tutti legati dalla voglia studiare come la rete sia uno spazio sociale le cui regole relazionali vengano ad essere definite tra uno strano mix tra comportamenti sociali e vincoli tecnologici. Fra tutte è emersa una convinzione piuttosto forte: etica in internet deve essere declinata come un nuovo modo di concepire la responsabilità del soggetto nel momento in cui si relazione in uno spazio tanto grande quanto affascinante come la rete.

Materiali

Programma completo delle tre giornate di Etica di Internet: versione web

Programma completo delle tre giornate di Etica di Internet: versione PDF

Brochure del progetto Etica di Internet: versione PDF

Sintesi degli interventi di Roma: versione web

Sintesi degli interventi di Roma: versione PDF

Intervento di Davide Bennato in PPT/PDF

3 thoughts on “Etica di internet: confronto Francia-Italia

  1. accidenti, che invidia: sei riuscito a scriverlo, alla fine, il post. ;)anyway, molto molto interessante, ad averlo saputo prima… abbracci, a presto,antonio 

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