Il porno ai tempi dei media digitali

Cominciamo con una domanda retorica: esiste un rapporto fra l’industria del porno e internet?
Eccome se c’è: anzi è più corretto dire che esistono profondi rapporti tra l’industria del porno e i media.

Il porno è una delle industrie culturali che ha una grossa apertura nei confronti delle nuove tecnologie della comunicazione: lo è stato per la fotografia, per gli albori del cinema e tutti noi conosciamo la leggenda che vuole che nella lotta tra la Sony betamax e il VHS di JVC vede vittorioso lo standard VHS perché quest’ultimo fu il primo a offrire contenuti porno con le sue cassette.
Leggende, dico, perché non esistono studi sistematici che confermino questa storia, ad eccezione del caso del francese Minitel.
Per chi non lo conoscesse, Minitel è stato un sistema telematico (in epoca pre-internet) per la consultazione di elenchi telefonici che deve il suo successo al fatto che consentiva una specie di messaggistica “rosa” con una specie di BBS. Quando però ci fu la cosiddetta “moralizzazione” del mezzo, la conseguenza fu un crollo nell’uso.

Adesso in epoca web 2.0 è quantomeno pleonastico parlare di rapporti tra il porno e internet: tutti noi abbiamo sentito parlare di applicazioni come Youporn, XTube, redlightcenter.com senza dimenticare il famoso filmato su “Internet is for porn” in versione World of Warcraft.

Le cose però si stanno progressivamente istituzionalizzando, come diciamo noi sociologi.
Ovvero i rapporti fra media digitali e pornografia sono sempre meno casuali e nascosti, ma sempre più sistematici e pianificati.

Mi riferisco alla notizia secondo cui nell’ultimo AVN Adult Entertainment Expo di Las Vegas il trend del porno gratis via internet come viatico all’acquisto tramite carta di credito di filmati è ormai una realtà industriale più che stabile.

Per non parlare della lotta fra standard come HD DVDdi Toshiba e Blu Ray di Sony.
Sempre dall’AVN Adult Entertainment Expo arriva la notizia che il mondo del porno si sta avvicinando allo standard video della Sony, che consente a Jeff Thrill (responsabile del settore video di Hustler) la battuta “Blu Ray suona più sexy di HD DVD”.
Battute, certo, ma sicuramente esprime una strategia che ricorda le leggende metropolitane sorte intorno alla controversia Betamax/VHS.
Ma che adesso leggende non sono più.

Chiudo con un video molto divertente di una pubblicità comparativa del 1984 a favore di Betamax.

Dimenticavo.
Il video di sopra presenta in maniera piuttosto intrigante, alcuni dati sull’industria del porno e internet raccolti da Good Magazine.

5 thoughts on “Il porno ai tempi dei media digitali

  1. Allora…
    sono un laureando in Scienze della Comunicazione la cui tesi consiste nella traduzione e nel commento critico di una ricerca del MIT “Social consequences of Internet use” (Katz/Rice). Una ricerca esemplare, veramente interessante (e di ciò ringrazio il mio relatore, che mi ha indirizzato nel migliore dei modi) e che, particolare non insignificante, supera le 450 pagine.
    Ebbene, non una pagina è dedicata al porno. Forse qualche riga, qua e là.
    Eppure, per esempio, l’industria americana dell’hard è leader mondiale (l’America cinematografica non si è fermata ad Hollywood…) e nel web non mancano manifestazioni che fanno da trait d’union tra pornografia e comunicazione interpersonale.
    E sfiderò i presenti in sala, il giorno della mia discussione, a non aver mai sbirciato in rete siti o filmati un po’ “speziati”.
    Perchè non partire dalle conoscenze apprese nel redigere la mia tesi per avviare uno studio serio e sistematico del fenomeno?
    Mi offro come volontario e posso garantire sulla mia grande voglia di fare un buon lavoro.
    Cordiali saluti,

    Emiliano Vigilante

  2. Caro Emiliano,
    grazie dei ringraziamenti che spero disinteressati 😉
    Concordo sulla “pruderie” che circonda il tema del porno digitale e mi rendo conto che il libro su cui stai lavorando si collega nel filone puritano di questi studi.
    Hai ragione, una bella ricerca sarebbe interessante, solo che studiosi in grado di affrontare i lazzi dei colleghi per via della scelta del tema ne conosco davvero pochi.
    E poi non sono sicuro che non esistano studi sull’argomento, forse più di mktg, ma secondo me esistono.
    Consiglio vivamente durante la discussione a non fare provocazioni, non sempre è quella la sede adatta.
    Ma è solo una mia idea, magari mi sbaglio.

    Ciao

  3. Mi affido ai consigli di chi ha più esperienza e seguirò i tuoi.
    In ogni caso mi rendo disponibile, per studi su donne e motori.
    Devo studiare ancora molto.
    Molto!

    Un saluto

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