Perchè il mondo del farmaco deve prendere i social media sul serio

La scorsa settimana sono stato ospite del convegno organizzato da Federfarma GenovaFarmaci on-line: opportunità o rischi?”.
Obiettivo del convegno è stato quello di aprire un dibattito non banale fra tutti i soggetti (per chi si occupa di PR: stakeholder) che hanno lo scopo di confrontarsi col fenomeno in modo diverso.

Per poter capire questa relazione e il relativo dibattito innescato dico subito a chi non lo sapesse che in Italia è VIETATO acquistare farmaci via internet (si, anche l’aspirina) senza parlare di farmaci illegali (psicofarmaci, anoressizzanti) e farmaci contraffatti (senza il principio attivo, per esempio).

Io ho aperto con un intervento dal titolo “Perchè bisogna prendere i social media sul serio” che aveva lo scopo di impostare la questione sui farmaci online in modo da suggerire che vedere internet come solo web potrebbe non essere strategicamente efficace come considerarlo come “il luogo” dei social media, al grido di battaglia “i social media NON sono mezzi di comunicazione MA mezzi di relazione sociale” (si: è l’argomentazione del mio libro) 🙂
Se vi interessano i dettagli, qui in basso potete trovare le mie slide.


Dopo è toccato a Gioacchino Nicolosi (vide-presidente di Federfarma Nazionale) che ha illustrato una ricerca sulle farmacie italiane e le azioni che Federfarma compie per contrastare l’acquisto dei farmaci online.

Dettagli nelle slide in basso


Domenico di Giorgio dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha mostrato una documentatissima relazione sul mercato dei farmaci contraffatti e sulle azioni compiute da AIFA in termini di Risk Communication e sensibilizzazione degli operatori professionali sul tema.


Dopo Daniel Lapeyre è stata la volta di Furio Truzzi di Assoutenti ha illustrato il punto di vista delle associazioni dei consumatori sulla questione


La seconda parte del convegno è stata dominata dagli interventi delle forze dell’ordine che hanno aperto un vero e proprio vaso di Pandora sul tema della contraffazione, repressione, illegalità connessa ai farmaci. Io non sono un esperto sul tema, sapevo del viagra-spam o poco di più.
Ma vi confesso che il panorama del farmaco illegale/contraffatto è davvero inquietante.

Il Gen. Cosimo Piccinno (Carabinieri NAS) dopo aver illustrato chi sono e cosa fsanno i NAS, ha illustrato la questione dal punto di vista delle forze dell’ordine, soprattutto sui temi doping, sicurezza sanitaria, farmacie illegali messicane e così via dicendo.
Le slide sono davvero rivelatorie (e in alcuni punti inquietanti)


L’ing. Roberto Surlinelli della Polizia (sezione Polizia postale e delle telecomunicazioni) ha mostrato il problema dei farmaci online, soprattutto da punto di vista informatico. Le domande che ha sollevato erano del tipo: come contrastare efficacemente la vendita di farmaci illegali o contraffatti svolta via internet quando il sito ha un naming italiano, un DNS bielorusso è registrato da un cittadino polacco e il server risiede in Lettonia?
Una cosa divertente è che per poco l’ing. Surlinelli non ha cominciato ad usare uno slang geek (e infatti si è trattenuto).

Last but not least, Edoardo Schenardi (Segretario Federfarma Genova) il cui intervento va contestualizzato.
Il dott. Schenardi è presente in rete col nickname farmaciaserrage a cui fa riferimento un account Twitter, un blog, un sito di commercio online di prodotti farmaceutici. Per tacere dei figli (4!!) dai 14 anni fino a 8 anni tutti coinvolti nei social media.
Edoardo è anche  la mente del convegno, oltre che la persona che mi ha contattato per l’apertura dei lavori (ecco spiegato l’arcano).
L’intervento è stato breve ed efficace: una piccola ricerca sollecitata via Twitter e Facebook  sulla percezione del farmaco online (illegalità, propensione all’acquisto e così via). Ecco le slide


Fra la prima e la seconda parte c’è stata una breve tavola rotonda per fare il punto degli interventi.
Io sono stato il primo a parlare in apertura dei lavori. Questo ha fatto si che Nicolosi sollevasse questioni sul comunicare online (“ma è bene che le persone parlino solo sul web”), rinforzato da Di Giorgio (“le infografiche online sono traenti perché non si capisce mai da dove vengono i dati”)

Una foto dal convegno (by farmaciaserrage)

A me una tale accoglienza non è parsa vera, il che mi ha dato la forza per aprire una polemica.
Federfarma  vantava campagne di comunicazione e sensibilizzazione fatte con le brochure nelle farmacie ed io ho ironizzato che poi si spiega che l’80% degli italiani NON sa che in Italia vendere farmaci online è illegale.
La questione che ho posto – forse in maniera un pochetto poco diplomatica – è la seguente: perché il mondo del farmaco online latita nei social media? Le istituzioni (nel senso di stakeholder, ma credo si siano spaventati) nei social media non ci sono? Dov’è Federfarma su Facebook? (mi serviva un oggetto della mia critica)
Se sono un cittadino che volesse essere informato sul tema, che senso ha andare in farmacia?
Io ci vado SOLO per comprare la tachipirina quando sta male mia figlia!

Da qui è partita una serie di affermazioni che andavano da giustificazioni d’ufficio fino a critiche palesi alla “parte abitata della rete” oppure a cenni di assenso.
Vi risparmio la telecronaca (comunque disponibile sull’hashtag #ffge ovvero Federfarma Genova).

Due riflessioni finali.
1. Questo mondo è davvero interessantissimo. Me lo voglio studiare bene nel futuro perché si imparano un sacco di cose.
2. Vorrei ringraziare pubblicamente Edoardo Schenardi e Giuseppe Castello (presidente Federfarma Genova) per avermi coinvolto in questo convegno (in particolare Edoardo per avermi fatto rivedere Genova, mangiare nuovamente la farinata e sbafarmi l’ottimo pesto di sua moglie Maddalena).
3. Vorrei ringraziare anche tutti i relatori per avermi permesso di pubblicare le loro slide (ripeto: veramente interessanti. Se così non fosse non credo che avrei trovato il coraggio di chiederle)

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